L’Instituto Valenciano de Infertilidad (Ivi) in vista della giornata mondiale contro il cancro, che si celebrerà domani 4 febbraio, ha evidenziato che circa il 10% dei casi di tumore riguarda donne al di sotto dei 45 anni, per le quali è sempre più forte l’esigenza e la necessità di preservare il proprio potenziale riproduttivo.
“La crioconservazione degli ovociti – spiega Antonio Pellicer, Presidente Ivi – rappresenta un’opportunità per le pazienti oncologiche che non vogliono rinunciare al desiderio di diventare madri. La ricerca scientifica e la pratica clinica hanno fatto passi da gigante e oggi i tassi di successo che si ottengono dalla fecondazione in vitro che impiega ovociti congelati sono simili ai risultati ottenuti con quelli freschi”. La richiesta di preservare la fertilità è in costante aumento – evidenzia l’Ivi – perché sono aumentati i tassi di sopravvivenza ai tumori.
Il nemico numero uno per gli uomini è il cancro della prostata, mentre per le donne quello della mammella. I due tumori presentano sopravvivenze a cinque anni di oltre il 90%, con percentuali ancora più elevate per quelli diagnosticati allo stadio precoce. “Vogliamo sensibilizzare le donne che ricevono una diagnosi di tumore e che ancora non hanno avuto figli – afferma Daniela Galliano, direttrice del centro Ivi di Roma – ad attivarsi subito per congelare gli ovociti. Dal 2007 ad oggi nei nostri centri sono nati 17 bambini da donne che hanno superato il tumore e sono oltre 850 le pazienti oncologiche che si sono rivolte a Ivi per sottoporsi a un trattamento di vetrificazione degli ovuli, per preservare la fertilità”. In Spagna i centri Ivi offrono gratis la possibilità di conservare ovociti e sperma ai pazienti oncologici, senza imporre vincoli sull’utilizzo.